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Sulle pedalate di campioni di anni fa, il rilancio della nuova Conquistadores Cup


Passavo per caso dalle parti dell’isola d’Elba. Ok, ricominciamo.
Avevo in programma qualche giorno sull’isola d’Elba e quasi per caso, cercando tra gli eventi del weekend vedo disegnata una mtb. Non mi sono certo meravigliato. D’altronde all’isola d’Elba oltre che per la mtb per cosa si ci va? Ah, per il mare? Si? Buono a sapersi grazie. A parte l’ironia due secondi dopo aver realizzato che a Porto Azzurro domenica 11 settembre ci sarebbe stata una gara ho da subito cercato il modo di aggirare “l’ostacolo” famiglia per poter esserci. Per carità, nessuna velleità agonistica ma tanta curiosità di conoscere percorsi nuovi, panorami incredibili che solo l’Elba sa donare e gente nuova con la quale condividere questa passione. Poi si sa, dopo lo start si fa il meglio che si può, per se stessi, più che per gli altri e così poi in una maniera o nell’altra si arriva al traguardo.

Le previsioni non erano certo clementi con la buona volontà degli organizzatori che dallo scorso anno stanno provando a rilanciare un evento che qualche decina di anni fa da queste parti vedeva trionfi di gente come l’ex Ct della nazionale mtb Pallhuber. Su quei fasti è stata messa su la Conquistadores Cup, dai conquistatori spagnoli che avevano individuato nell’Elba un loro obiettivo.
2 giri per 18 km l’uno, con partenza dal lungomare di Porto Azzurro. Non si scherza sin da subito affrontando la salita che porta nella parte alta della cittadina elbana per poi dirigersi alla spiaggia Terranera. Ma in spiaggia non è un eufemismo, si passa proprio in spiaggia, quasi in mezzo all’acqua per poi affrontare quella che è la salita più lunga della gara verso Capo d’Arco e poi Monserrato.

Tornando alla partenza, erano poco più di 30 gli iscritti. Da una parte il tempo, dall’altra sicuramente la poca pubblicità fatta dal comitato che ha divulgato l’evento prevalentemente su facebook e sull’isola tramite manifesti e volantini. Si può fare di più, loro lo sanno e sono certo che dopo averli conosciuti sapranno fare meglio. L’esempio della Capoliveri Legend insegna, dunque, si può fare.

Tornando alla gara, appunto, 2 giri da 18 km e oltre 700 m di dislivello per giro. Salita dolce ma impegnativa quella che porta al Terranera per poi affrontare forse la discesa più bella di giornata. Un single track veloce, pieno di insidie da affrontare con velocità ma anche con tanta attenzione. Adrenalina che scorre e poi giù ancora per uno sterrato e poi…la morte. “Le zeta”, così sono state ribattezzate, sono una serie infinita, così sembra, di curve a gomito in mezzo ad una pineta. Senza dubbio la salita più dura per durata ma soprattutto perché necessita di buona tecnica per affrontare le curve in bici e non mettere piede a terra. Poi, gamba, tanta gamba. Altra discesa e nuovamente una pineta con strappi ben oltre il 20% portano a un fantastico punto panoramico con vista Porto Azzurro prima di risalire per qualche altra decina di metri e affrontare la scalinata che senza paura ti lancia verso il traguardo.

E’ finita la Conquistadores Cup, per alcuni, per altri invece inizia il secondo giro. Con il senno di poi mi dispiace non averlo fatto ma la gamba era quella che era e le salite ripide avrebbero intaccato la mia autostima per la mancanza di forza e non scendere dalla bici.

Che dire ragazzi. Che lo sapevo che sarebbe stata una bellissima gara. Percorso stupendo, forse un pochino troppo duro per attirare gente “comune”. Cioè, ci vuole molta gamba ecco. Panorami incredibili, discese stupende, la prima ma anche la penultima, da vere gare xc. Manca qualcosa all’organizzazione in termini di richiamo di biker, che sull’isola girano un po tutto l’anno ma che magari non erano a conoscenza dell’evento. Non mancano fotografi, bravi, non manca assolutamente assistenza sul percorso, non manca personale sul percorso e soprattutto non è mancato neanche il ristoro finale nel quale ho doppiato senza nessun dubbio le energie spese in gara. Cioè della serie potevo stare a letto…ma tant’è.

Provateci ancora, avete tanto, avete la fortuna di avere dalla vostra un territorio predisposto a ciò, sfruttatelo e i numeri arriveranno.
Per dovere di cronaca il vincitore del percorso lungo è stato Marco Fontana che succede a Maurizio Melis, deus ex machina della Capoliveri Legend impegnato domenica in Trentino. Nel corto invece vince il giovanissimo Ercolani Enrico. Io porto a casa un coppa da terzo posto, grazie all’esperienza non certo alla potenza.

Grazie a tutti, ci rivedremo molto presto, prestissimo.

Di Emanuele Iannarilli

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.