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Il ritorno dello “Squalo”: Vincenzo Nibali vince la Pinerolo-Risoul e riapre il Giro d’Italia, il colombiano Chaves nuova maglia Rosa


Tappa per cuori impavidi la 19a del Giro d’Italia, la Pinerolo-Risoul (Francia), con la scalata al Colle dell’Agnello quota 2744m, Cima Coppi della corsa rosa, e non mi riferisco solo ai corridori. Seguire la tappa scalando in bicicletta questa salita mitica, in mezzo a un fiume di spettatori, la maggior parte in bicicletta, con biciclette di ogni tipo, a decine di migliaia, per fare il tifo per gli eroi moderni della bicicletta, con un tifo da curva da stadio ma mai contro qualcuno, tifo per tutti, dal primo, il formidabile Scarponi, all’ultimo Betancur, staccato ancor dopo il gruppetto dei velocisti che guidato da Filippo Pozzato raccoglieva boati come il primo.

Passano gli anni, gli scandali per il doping e le classifiche riscritte, ma il ciclismo è uno sport dove la sublimazione della fatica e la passione popolare, dal dopoguerra di Coppi e Bartali, a oggi nel ciclismo di Nibali, Chaves, Kruijswijk e Valverde, niente sembra cambiato. Vedere le immagini in bianco e nero degli anni ’50 e vedere passare oggi i corridori, sbucati nella nebbia a 2700 metri di quota, come demoni o angeli della fatica, era un’emozione forte, non solo uno spettacolo sportivo.

Oggi era una tappa decisiva, poteva incoronare il primo olandese vincitore del Giro d’Italia, invece ha segnato la rivincita di Vincenzo Nibali. In troppi avevano dato il Campione Italiano, e vincitore di Vuelta, Giro e Tour, come finito, quando era poi solo 4° in classifica a 4 minuti dalla maglia rosa. Faceva tenerezza vederlo parlare nelle interviste di questi ultimi giorni, quando diceva candidamente che non andava e non sapeva perchè. Oggi ha risposto a tutte le critiche di chi lo dava quasi per un corridore finito.

Da Pinerolo a Risoul, 162 i chilometri da percorrere, con l’arrivo in salita di Risoul, ma in mezzo un gigante, il Colle dell’Agnello, Cima Coppi con i suoi 2744 metri di quota e tutta la Valle Varaita da pedalare prima, una salita eterna, che ti sfinisce. E si capisce subito che in casa Astana il Giro non è finito, da Chianale, quando mancano 1000 metri alla vetta, le radioline parlano di un attacco di Scarponi con il gruppo maglia rosa a 3 minuti. E’ il segnale che Nibali vuole fare la corsa, che non è certo rassegnato. Poi in discesa colpo di scena, cade la maglia rosa, l’olandese Steven Kruijswijk, che si ritrova sbucciato, dolorante e con la bici danneggiata, senza compagni ne ammiraglia pronti a dargliene una. Nibali e Chaves scendono a tutta, intanto cade anche il russo Zakarin, quinto della classifica e si rompe una spalla, Giro finito per lui. A questo punto, con Scarponi che ha rallentato per fare il ritmo al capitano dell’Astana, si arriva sull’ultima salita di Risoul e qui Vincenzo Nibali compie il suo capolavoro. Attacca una, due volte e alla fine stacca il colombiano Chaves, e va a trionfare sul traguardo di Risoul dopo 4h19’54” di gara. Alle sue spalle a per 51″ Mikel Nieve, a 53” Esteban Chaves, a 1’02” l’incredibile Diego Ulissi di oggi, 5° e 6° a 2’14” Rafal Majka e Alejandro Valverde,.

Rivoluzionata la classifica generale: oro in maglia rosa c’è il giovane colombiano Esteban Chaves della Orica GreenEdge in 78h14’20”, 2° Vincenzo Nibali a 44″, 3° Kruijswijk a 1’05”, 4° Valverde a 1’48” e 5° Rafal Majka a 3’59”.

Domani finale trilling e spettacolare, con la tappa Guillestre (Francia)- Sant’Anna di Vinadio, solo 134 km ma non un metro di pianura, tutta salita e discesa ma soprattutto con l’arrivo in salita di Sant’Anna di Vinadio dopo aver scalato, e disceso, il Col de Vars, il Col de la Bonette (quota 2715m) e il Colle della Lombarda (2300m).

A domani per la cronaca.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.