Melloblocco 2016


Si è chiusa ieri domenica 8 maggio in Val Masino – Val di Mello la 13a edizione del Melloblocco il più grande raduno mondiale del boulder e dell’arrampicata. 2.800 gli iscritti che segnano il successo di una manifestazione che non ha uguali nel mondo dell’arrampicata.

Ci vuole equilibrio e tanta fantasia. Essere forti e saper usare la giusta forza. Serve buttare il cuore oltre l’ostacolo, aldilà di ogni difficoltà. E ci vuole passione. Tanta passione, che somiglia molto da vicino all’amore incondizionato. Insomma, nell’arrampicata, e naturalmente nel boulder, ci vuole leggerezza. Quella che non si pesa ma che semplicemente ti fa star bene. Ti fa sorridere. Ti fa percepire la bellezza, anche. E poi bisogna saper giocare, interpretare il senso e l’anima del gioco. Come abbiamo visto fare, per esempio, ai (tantissimi) bambini e bambine che hanno giocato al Melloblocco 2016. Il loro è un gioco senza bisogno di spiegazioni e neanche “utilità”. Va semplicemente fatto. Perché è giusto. Perché se ne ha bisogno. Ecco il Melloblocco – questa magnifica edizione del Melloblocco 2016 – forse è servita anche a questo. A capire che il Mello c’è e non si può farne a meno. Perché è bello. E’ di tutti. E ci rende un po’ più felici. Di una felicità che s’immerge nell’arrampicata totale e si nutre della straordinaria bellezza e forza di questa Valle.

Ammettiamolo finalmente: deve esserci un po’ di magia in tutto questo. Altrimenti sembra difficile spiegare come mai ogni edizione del Melloblocco sembri sempre così simile a quelle che l’hanno preceduta ma anche così diversa e irripetibile. Quest’anno, per esempio, si respirava una quiete e una tranquillità speciale, come forse mai si era percepita. Da dove è venuta? Cos’è cambiato? Di certo non è cambiato “l’affollamento”, anzi. Mai come quest’anno s’erano visti così tanti melloblocchisti (2.800, un record di gran lunga mondiale). Ma anche così tanti giovanissimi. Moltissimi, tra l’altro, arrivati dall’estero. Eppure quel Karma, quasi magico e rilassato, era palpabile, s’è davvero vissuto.

Si percepiva dappertutto lo spirito felice e rilassato di questo Mello 2016. Nell’interminabile e imperdibile gioco dell’arrampicata che, come sempre, non ha mai avuto tregua. Come si percepiva nelle ormai classiche sessioni di MelloYoga (indimenticabile quella in cima al Sasso Remenno) dei maestri Alberto Milani e Sara Grippo. Oppure nelle grandi feste notturne (mitica quella di sabato). E poi, e forse soprattutto, nello speciale MelloBaby dedicato ai tantissimi bambini e bambine. E ancora nelle affollatissime serate con i big climber e i loro video. E nelle incredibili sessioni dello Zlagboard Contest, un vero must di quest’edizione. Tutte unite da una sorta di onda collettiva e positiva che sembra aver dato un’anima unica al Mello 2016. Un’onda che s’è riverberato sulla Valle e sul Mello tutto. In ogni boulder di qualsiasi grado fino al melloblocchista di ogni età. Perché, se non fosse ancora chiaro, il Melloblocco lo fanno tutti ed è di tutti.

Così anche la corsa al top sui 12+12 nuovi boulder speciali, quelli a montepremi, quelli riservati ai campioni, ha vissuto immersa in questa atmosfera di “caos calmo” e di bellezza. Va detto che su queste linee – scovate come sempre da mister Pedeferri e che il Mello lascia come ogni anno in eredità alla Valle e a tutti i climber – c’è stata battaglia. Nessuno si è risparmiato per trovare la soluzione dei rebus. Alla fine è stata una Jenny Lavarda, in formato super, a chiudere il maggior numero di blocchi (8 top). Seguita dalla finlandese Anna Liina Laitinen (7 con 3 flash) e poi nell’ordine: da Annalisa De Marco (5), Madeleine Eppensteiner (4 top con 2 flash) e da Irene Bariani (4 top con 2 flash), , Michelle Theisen (4 top nessun flash). Nei blocchi dedicati ai maschi, invece, un grande Stefano Ghisolfi s’è preso la soddisfazione di chiudere 9 blocchi (2 flash) davanti ad Anthony Gullsten (8), Andrea Zanone (7 top con 1 flash), Stefan Scarperi (7), Michael Piccolruaz (6 top con 4 flash), Jorg Verhoeven (6 top con 1 flash), Valdo Chilese (5 top con 1 flash) Andrea Ratti (5 top).

Finisce così anche questa edizione, visitata proprio nelle battute finali, anche da qualche goccia di pioggia. Dopo tanto sole ci sta, d’altronde non c’è Mello senza pioggia… Così, mentre diamo l’addio al Melloblocco 2016 e lo sguardo si sofferma sulla Valle, viene spontaneo pensare a quella ragazza che poco fa, all’ennesimo tentativo di trovare la soluzione di un boulder, è sbottata in un perentorio: “Basta! lo farò l’anno prossimo…”. “Ma come” ha chiesto qualcuno al suo ragazzo “siete proprio sicuri di ritornare l’anno prossimo? “Certo che torniamo!” è stata la riposta. Come dire: ma che domande sono? Sì al Mello si ritorna. Perché c’è. E perché c’è bisogno che ci sia. E, anche quest’anno, ci siamo felicemente persi nel grande gioco dell’arrampicata.

Fonte Comunicazione Melloblocco


Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.