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Lo svizzero Kurt Hess è salito dal punto più basso della Svizzera (Brissago 193m) al più alto (Punta Dufour 4634m) in 13 ore


Dal punto più basso della Svizzera (Brissago, a 193 metri d’altitudine) al più alto, la Punta Dufour, culmine della catena del Monte Rosa con i suoi 4.634 metri. E’ l’incredibile percorso che lo svizzero Kurt Hess, 62 anni, di Unterkulm, ha coperto nei giorni scorsi con le sue sole forze fisiche. E, straordinariamente, senza soste.

Tredici ore e 13 minuti: tanto è bastato all’atleta per portare a termine la conquista, realizzando così un sogno che i precedenti tentativi non avevano saputo esaudire. Un’avventura unica, per la quale Hess deve non solo ringraziare se stesso, ma anche tanti amici, i famigliari e, soprattutto, il fondamentale team valsesiano di supporto: una squadra che ha messo insieme, uniti per un solo obiettivo, il cuore delle guide alpine del Corpo guide Alagna, l’aiuto logistico delle funivie Monterosa 2000 e l’ospitalità del Campeggio Alagna.

L’incredibile avventura ha preso il via venerdì 28 agosto: alle 20, Kurt Hess è partito puntuale con la bici da corsa da Brissago, sul Lago Maggiore. “Fino a Omegna è andato tutto secondo i piani”, racconta lui stesso. Lì, però, nella cittadina che si affaccia sul lago d’Orta, Kurt si è imbattuto nella grande festa estiva dedicata ai fuochi d’artificio: una città sbarrata, con migliaia di cittadini sulle strade e grande confusione. Il contrattempo è costato all’atleta la perdita della macchina degli amici che seguivano e la discesa verso Varallo Sesia al buio, dopo aver raggiunto con fatica il passo della Colma, tra inaspettati incontri in strada con asini e capre.

Ma i piani sono stati comunque rispettati. Come previsto, Kurt è infine arrivato ad Alagna Valsesia, dopo 108 km e 1.600 metri di dislivello, accolto da gruppi di tifosi e amici che lo aspettavano sulla strada per incoraggiarlo. Nel suggestivo paese walser, a 1.200 metri d’altitudine, Hess si è cambiato i vestiti, ha indossato le scarpe da corsa e si è avviato quindi al chiaro di luna verso Pianalunga (2.000m slm), punto previsto per la prima sosta. Un rapido cambio di vestiti più caldi e poi via di nuovo. Questa volta verso il Passo dei Salati.

Ma lungo il percorso, perché così dev’essere in ogni avventura che si rispetti, si è presentata un’altra sorpresa! Una mucca si era arenata esattamente sul tracciato che Kurt Hess doveva seguire, proprio negli stessi momenti in cui si alzava una foschia molto intensa. La combinazione delle due cose è bastata a creare un serio contrattempo: Kurt si è infatti allontanato dal sentiero e si è perso nella notte nebbiosa. Ma le difficoltà non sono comunque state sufficienti a rovinare i piani. Seppur con breve ritardo, Hess è infatti giunto ugualmente al Passo dei Salati (3.000m slm) e qui, alla seconda rimessa, ha nuovamente indossato vestiti più caldi, cuffia e guanti, ha mangiato qualcosa ed è corso senza problemi sotto una bellissima luna verso il ghiacciaio Indren, oltrepassando lo Stolemberg, e giungendo poi nei pressi del rifugio Mantova.

Ad attenderlo, lì, c’era già Osvaldo, la sua guida di Alagna, che aveva appunto trascorso la notte al rifugio. Indossati vestiti da alta quota e predisposta la cordata con la guida, Hess ha quindi risalito il ghiacciaio del Lys.

Poi, sempre assicurato alla corda di Osvaldo e in condizioni eccezionalmente buone, ha raggiunto la punta Zumstein con la più bella luna piena di sempre e con il fresco dell’atmosfera mattutina.

Lì, ad attendere Kurt e Osvaldo c’erano Sergio, guida di Alagna, e Giuliano, un giovane del paese, i quali, trascorsa la notte alla Capanna Margherita, avevano appunto raggiunto la cordata per compiere insieme l’ultima parte della salita: dalla punta della Zumstein alla Dufour, una stretta cresta di alta montagna sulla quale le due cordate hanno proceduto veloci, puntando dritte alla loro meta.

Alle 9.03, dopo 13 ore e 3 minuti e con 5.500 metri di dislivello positivo nelle gambe, Kurt Hess è arrivato alla Punta Dufour. In quell’istante, i due vecchi tentativi falliti sono diventati acqua passata: il sogno di una vita è diventato realtà.

Di Veronica Balocco

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.