Piolet d’Or 2015: tre le migliori ascensioni premiate a Courmayeur (AO), premio alla carriera a Chris Bonington
Si é chiusa domenica, con la cerimonia di consegna dei premi al Palanoir di Courmayeur, la 23° edizione dei Piolets d’Or, gli Oscar dell’alpinismo.
La coppia statunitense formata da Tommy Caldwell e Alex Honnold, i russi Aleksander Gukov e Aleksey Lonchinsky e gli sloveni Marko Prezelj , Ales Cesen e Luka Lindic si aggiudicano il Piolets d’Or 2015.
Ad un emozionato Chris Bonington il Piolets d’Or Carrière.
Per me è un premio speciale, ne ho ricevuti tanti durante la mia carriera ma questo mi viene assegnato dagli alpinisti ed è un onore. Parole spezzate dall’emozione ed un sorriso contagioso per Sir Chris Bonington, 80 anni portati benissimo, leggenda dell’alpinismo internazionale, a cui sabato sera è stato consegnato il Piolet d’Or alla carriera-Premio Walter Bonatti. Un’ovazione del pubblico ha salutato la consegna del riconoscimento al Palanoir di Courmayeur. Lo scalatore britannico è stato autore di memorabili imprese in alta quota, prima sulle Alpi (nel 1961 il pilone centrale del Freney sul Monte Bianco) e poi in Himalaya (Annapurna, Nuptse, Changabang, Shivling).
Durante la serata sono stati assegnati i Piolets d’Or per le più belle ascensioni realizzate nel 2014. La decisione finale, su una rosa di 58 salite, è stata presa da una giuria tecnica composta da nove affermati scalatori provenienti da altrettanti paesi. A ricevere il premio sono stati gli statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold (traversata del Fitz Roy in Patagonia), i russi Aleksander Gukov e Aleksey Lonchinsky (apertura di una via sulla parete sud del Thamserku, in Nepal), e gli sloveni Marko Prezelj, Ales Cesen e Luka Lindic (apertura di una nuova via sul versante nord dell’Hangshu).
Quando siamo arrivati a Kathmandu – ha detto Gukov – non sapevamo dove andare. La nostra meta era già stata salita da un team giapponese, abbiamo scelto guardando Google earth. Volevamo fare una prima assoluta, volevamo questo Piolet d’Or a tutti i costi.
Grande soddisfazione anche per l’esperto Marko Prezelj, già vincitore di altri due Piolet d’Or: È stata una grande scalata, abbiamo arrampicato fino alle 2 di notte per arrivare in cima, faceva molto freddo, ma sapevamo che era dura.
Infine Tommy Caldwell, stella dell’arrampicata mondiale, ha ripercorso la sua fantastica cavalcata patagonica: Il mio primo pensiero quando sono arrivato in fondo? Riposare, eravamo distrutti. Con quella traversata è stato un rapporto lungo, sei anni di tentativi, era l’ora di chiuderlo.
Fonte OMNIA