Salita dell’Aguja de la S nel Gruppo del Fitz Roy per Majori, Farina e Cazzanelli del Centro Sportivo Esercito
Dopo una lunga attesa, costretti dal tempo inclemente, sabato scorso i tre alpinisti della SMAM hanno raggiunto la cima dell’ Aguja de la S dal versante W, nel gruppo del Fitz Roy.
Il clima patagonico è conosciuto da molti alpinisti come inclemente; forti raffiche di vento e continue pioggie di diverse intensità, condizionano le ascese primaverili di molti gruppi di alpinisti che scelgono i gruppi del Fitz Roy e del Cerro Torre come obiettivi alpinistici di rilievo.
I tre alpinisti della Sezione Militare di Alta Montagna hanno a lungo monitorato, in queste settimane, la situazione metereologica e le condizioni dei versanti delle splendide guglie del gruppo del Cerro Torre in attesa di quelle poche e brevi finestre di tempo clemente che permettessero di considerare un’ascensione in condizioni di sicurezza.
Dopo due tentativi non andati a buon fine a causa delle pessime condizioni delle vie nella valle del Torre, Marco Farina, Marco Majori e François Cazzanelli hanno infine optato di eseguire un’ascesa cambiando versante e puntando verso il complesso del Fitz Roy.
Marco Majori ha così raccontato la loro avventura fino alla cima dell’AGUJA DE LA S dal versante W:…Venerdì 28 Novembre in preda ad un meteo instabile e di difficile determinazione, decidiamo di entrare nella valle del Cerro Torre. L’avvicinamento si rivela un calvario: arriviamo al bivacco Nipo Nino bagnati fradici e nel bel mezzo di una forte tormenta, che durerà tutta la notte. Cerchiamo di dormire e di far asciugare i vestiti, ma non otteniamo i risultati sperati, anche perchè la tenda mono telo ad un certo punto inizia a far acqua anch’essa. Inoltre abbiamo pochissimo da mangiare, infatti tutto il cibo che avevamo lasciato nascosto la volta precedente, ci è stato tutto mangiato dalla volpe. Non ci perdiamo d’animo, tiriamo la cinghia, battiamo i denti ed il giorno seguente appena cessano le precipitazioni partiamo. La meta prestabilita è il colle Standhart, dove abbiamo in programma un bivacco all’addiaccio e il giorno dopo l’omonima guglia dalla via Exocet. Le alte temperature e la grande quantità di neve da pestare ci fanno sudare parecchio, arriviamo al colle dopo 5 ore. Al colle è come se cambiassimo pianeta: una folta coltre di nubi minacciose in pochi minuti ci avvolge, la temperatura subisce un regolare e drastico calo, il vento fa paura… Dopo aver fatto ognuno le proprie valutazione, giungiamo tutti alla medesima conclusione. Ci ritiriamo per evitare un bivacco al limite e con la consapevolezza di avere scarsissime possibilità di successo.
Torniamo in tenda verso le 17, questa volta un pò abbacchiati, ma nessuno vuole mollare. Decidiamo il piano B per il giorno successivo confidando in un pò di fortuna.
In piena notte sentiamo l’arrivo della cordata svizzera con cui avevamo effettuato l’avvicinamento fino al colle e da doveloro avevano deciso di proseguire. Chiediamo come fosse andata la salita e ci rispondono: Nous avont fait seulement la premiere longuer. Vous aviez raisons, il n’y avait pas des conditions!
Il giorno dopo gli svizzeri sarebbero rientrati in paese e così chiediamo se avessero avanzato del cibo e loro, molto gentilmente, ci lasciano una busta liofilizzata da una porzione. Ringraziamo di cuore!
Domenica 30 Novembre ci svegliamo alle 04:00, mangiamo la busta, beviamo un tè, sistemiamo il materiale da bivacco e partiamo. La luce si fa strada nell’oscurità ed assistiamo ad uno spettacolo magnifico. Il cielo è terso, le pareti sembrano dorate, il vento è calmo. Basta questo per farci scordare la fatica e motivarci. Bruciamo i primi 1000m di canale di neve/ghiaccio slegati in 2 ore e 20. Arriviamo al colle degli Austriaci e, tanto per cambiare, inizia a nevicare. Continuiamo sui tiri di roccia, che con scarponi e guanti non si rivelano per niente banali. Il vento si alza e i cristalli di neve diventano proiettili. Non importa! Stavolta si arriva fino in fondo.
Alle 11:00 siamo in cima all’Aguja de l’S. L’emozione della cumbre patagonica è come sempre qualcosa di magico ed indescrivibile.
Scendiamo veloci dopo due ore siamo di nuovo al Nipo Nino. Riassettiamo gli zaini e via carichi come muli. Destinazione El Chalten.
Usciamo dal ghiacciaio e nel tragitto tutti cadiamo più volte a causa delle fortissime raffiche di vento, rischiando di farci veramente del male. Alle 20:30 siamo in paese dove soddisfatti ci concediamo una cena di carne al ristorante. …
Descrizione particolare: Salita della via Austriaca – Versante W – Aguja de la S. (2330m) Gruppo del Fitz Roy – Difficoltà: 50°/6a – Sviluppo: 1350m
Fonte sportmilitarealpino.it