Itinerari Alpinismo: Tempest al Mont Greuvettaz – Val Ferret (AO)
Di François Cazzanelli, Gruppo Militare Alta Montagna
Quando si sale la Val Ferret, arrivati ad Arnouva si possono notare le belle e imponenti pareti di roccia che sovrastano il bacino del Mont Greuvettaz. A colpo d’occhio si intuisce subito che l’intero bacino è selvaggio e severo. Fino all’anno scorso ignoravo l’esistenza di queste montagne, finchè non me ne parlò Marco Farina.
Marco era già stato a fare qualche ricognizione e mi disse che il bacino offriva ancora alcune possibilità di apertura. L’idea mi interessò subito, tanto più che su queste montagne avevano messo la firma alcuni dei nomi più importanti dell’alpinismo degli anni 70, 80 e 90. Come poter rifiutare l’occasione di mettere il proprio nome vicino a quello dei vari Manera, Piola, Vogler, Motto?
Eccoci quindi pronti nell’ agosto 2011 armati di zaini enormi ad avviarci sul sentiero per il bivacco Comino. L’impatto fu straordinario, un ambiente di alta montagna con delle pareti di granito imponenti. Il primo giorno portammo il materiale alla base e individuammo il posto dove attaccare la nostra via, per poi ritirarci alla base del ghiacciaio nella nostra tendina. Ecco che il giorno dopo in 15 ore nasceva Centocinquanta, la via fu dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Quel giorno sia io che Marco eravamo motivatissimi e salivamo su qualsiasi difficoltà ci si presentasse davanti. La via è stata tutta aperta a chiodi e protezioni veloci solo durante la discesa abbiamo rinforzato le soste con uno spit per ancoraggio.
La stessa estate Marco tornò nel bacino con Francesco Canale e Elia Andreola (Panda) e aprì sulla parete di fronte a Centocinquanta un’altra bella via di 470m, Mandorlita. Questa via si sviluppa tra fessure, diedri da integrare e placche protette con qualche spit.
Arrivata l’estate 2012, io e Marco decidemmo di ritornare al Greuvettaz. Questa volta il nostro obbiettivo era la seconda torre sulla vera parete est, un susseguirsi di placche e diedri con un granito grigio fantastico. Questa volta con noi c’era anche il nostro socio Rémy Maquignaz e in due giorni non consecutivi riuscimmo ad aprire Tempest, un via bellissima su di un granito stupendo simile (nelle prime 4 lunghezze) al Grand Capucin. Il primo giorno lo usammo per tracciare le prime 4 lunghezze, poi abbiamo dovuto battere in ritirata a causa di un temporale e di alcune nostre dimenticanze (metà degli spit restarono in uno zaino alla base, che nervoso!). Finalmente l’11 luglio la meteo si rimise al bello, così ripreso il solito sentiero verso il bivacco Comino io e Marco ci incaminammo, decisi più che mai a finire la via. Le prime lunghezze filarono via velocemente ma giunti alla 5° il tempo si guastò nuovamente. Un rapido consulto per decidere cosa fare e (non ci fu nemmeno bisogno di troppe parole) “ok si continua!”. Così in mezzo ad un mix di pioggia, neve e grandine giungemmo in vetta alla seconda torre nello stesso punto dove esce la via di Piola!! (Da qui nasce il nome della via). Per tutti e due fu un’emozione unica e una grande soddisfazione tanto che la discesa sotto l’acqua non ci pesò per niente. Tutte le vie su questa montagna hanno per gli apritori un significato particolare per le emozioni sentite o le avventure vissute. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo sofferto e lottato per raggiungere i nostri obbiettivi.
Si ringrazia Il negozio Pellissier sport di Valtournenche per gli spit, Grivel, Montura e Scarpa.
Tempest
Mont GreUvuettaz
Apritori: F. Cazzanelli, M. Farina. G.M.A.M. R. Maquignaz Giugno luglio 2012
Difficoltà: ( 6c+ – 6c obbl. ) 270mt.
Località: Mont Greuvettaz perete est Massiccio del Monte Bianco, Val Ferret
Accesso: . Accesso: dal bivacco Comino ( Val Ferret ) seguire gli ometti che costeggiano la base della grande parete che sovrasta il bivacco fino al suo termine. Da qui salire prima su pietraia e prati poi sulla grande morena che dà accesso al ghiacciaio del Mont Greuvettaz. Risalire il ghiacciaio, fino ad arrivare alla base della prima torre della parete est del Mont Greuvettaz. L’attacco si trova alla base di due fessure parallele, in una piccola nicchia di roccia rossastra con corda fissa per facilitare il passaggio se il ghiacciaio dovesse abbassarsi.
( 3h dal parcheggio di Arnouva 1500 metri do dislivello)
Note: Via aperta a luglio 2012 da M.Farina, F.Cazzanelli e R. Maquignaz. La via si trova a destra della Pilier des vers luisant, sulla prima torre della parete est del Mont Greuvettaz.
Descrizione:
L1: 40 metri 6b+ superare un piccolo tettino grigio e prendere la fessura di sinistra fino ad un piccolo strapiombino spit e continuare in placca verso destra, poi su dritti, fino in sosta, un po’ scomoda 4 spit.
L2: 35 metri 6a+ placca 6 spit.
L3: 40 metri 6b dalla cengia, prendere il diedro di destra, seguirlo fino al suo termine, superare un piccolo tetto uno spit, continuare in fessura-diedro per poi piegare verso sinistra uno spit, poi sosta un po’ scomoda 2 spit.
L4: 35 metri 6c+ seguire gli spit in placca…..un po’ lungo l’arrivo in sosta 7 spit.
L5: 40 metri 5c fare attenzione a qualche blocco e lastra instabile, puntare allo spit seguendo la fessura poi stare sul filo dello spigolo, la sosta si trova proprio sul filo, appena prima di un tetto-grottino. 1 spit.
L6: 40 metri 6a puntare a destra del tetto su di un bel muretto su roccia rossa ben manigliato, spit dopo qualche metro, continuare fino a trovare la sosta su di una nicchia 1 spit.
L7: 40 metri 5c puntare a destra del tetto su di un bel muretto su roccia rossa ben manigliato, spit dopo qualche metro, continuare fino a trovare la sosta su di una nicchia 2 spit.
Materiale: la via è parzialmente attrezzata con spit inox Kinobi e petzl da 10mm, soste di calata con maillon rapide.
Sono necessari: casco, 8 rinvii, 2 corda da 60mt, 1 serie di friend camalot C4 dal o.3 al numero 2, più un assortimento di piccoli BD o alien, materiale da ghiacciaio per l’avvicinamento.
Discesa: in doppia sulla via
N.B. Attenzioni alle scariche di sassi durante l’avvicinamento, tenersi se possibile al centro del ghiacciaio. A stagione inoltrata l’innevamento sul ghiacciaio può essere scarso e rendere difficile raggiungere l’attacco della via (il ghiacciaio si stacca dalla roccia)