Come dare scacco alle Alpi


Il vincitore della Red Bull X-Alps si gode il trionfo e racconta l’impresa

Si è ripreso dalla fatica di 11 giorni di gara condotti a un ritmo forsennato e, appena ha avuto fiato, ha iniziato a raccontare come sono le Alpi viste dall’alto e che effetto fa vincere una gara estrema come la Red Bull X-Alps. Lui è Christian Maurer, 26enne svizzero, che è stato in grado di portare a termine in tempi rapidissimi una maratona fatta di 1376 km a piedi e 999 in parapendio, coprendo un dislivello di 34.890 metri.

Un’esperienza incredibile, a detta dell’atleta, che è rimasto colpito da «tutte quelle montagne, quelle valli, le genti e le lingue diverse e infine le grandi barche sul mare». Da uno in grado di compiere una simile impresa, non ci si aspetterebbero debolezze, e invece il campione rivela di avere particolarmente patito la solitudine del viaggio: «Devi camminare e volare e devi fare tutto questo da solo per 24 ore al giorno. È questo che rende tutto davvero estremo».

Prima del trionfo, la competizione ha regalato al giovane elvetico un’altalena di emozioni: dalla disperazione per avere smarrito la strada in un bosco nei dintorni dei laghi di Como in piena notte alla meraviglia per lo scenario del Cervino. Sensazioni che non tutti possono provare, a meno che non siano preparati a puntino per affrontare una gara del genere.

Già, gli allenamenti! Ecco, dalla viva voce del trionfatore, come ci si deve preparare per affrontare la Red Bull X-Alps in maniera vincente: «Ho iniziato ad allenarmi circa un anno fa facendo jogging, pesi e camminando con lo zaino. Poi c’era molto materiale da preparare, il parapendio Advance, l’abbigliamento con Hagloffs e Lowa. Dovevo sapere di quale attrezzatura avevo bisogno. Poi ho trascorso molto tempo a studiare la rotta».

Essere pronti dal punto di vista fisico, però, non basta, perché per arrivare in fondo è necessaria anche una straordinaria forza mentale, come dice Maurer: «Devi sapere esattamente quello che stai facendo, devi imparare molto e devi avere molta esperienza. Non è soltanto una questione di volare, ma si tratta di farlo in condizioni molto difficili. Quando c’è molto vento, sei costretto a fare le tue scelte e decidere quello che riesci a fare come atleta, e quello che il tuo parapendio riesce a fare. Durante gli ultimi giorni, quando ero molto stanco, era difficile decidere se le condizioni erano tali da poter volare o meno».


 

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.