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Mondiali canoa, solo nona la Idem


Un nono posto nella finale del K1 500 e tanta rabbia. S’è concluso così per Sefi Idem, a Poznan, un mondiale che prestazioni e risultati, dalle batterie alle semifinali, avevano annunciato in ben altro modo. Invece nella finale di stamani l’azzurra è capitata su un lato del campo gara più interessato dalla presenza di alghe che era stata già riscontrata nelle giornate precedenti e che oggi ha danneggiato irrimediabilmente diversi altri atleti, anche in altre gare. Soltanto nella finale di Sefi, ad esempio, si sono classificate appena prima di lei, settima e ottava, la tedesca Katrin-Wagner Augustin e la danese Henriette Hengel Hansen che come la Idem occupano posizioni di vertice nel ranking mondiale.

Germania, Danimarca, Svezia, Italia e Bielorussia hanno anche presentato, ma soltanto perché resti agli atti e senza alcuna possibilità che incida sulle classifiche, una protesta ufficiale perché il problema era stato segnalato agli organizzatori che avevano assicurato che avrebbero proceduto a pulire le corsie.

‘’Non è possibile che l’impegno di un anno venga buttato via per la disorganizzazione di un mondiale – lo sfogo della Idem -. Devono pensare che per noi, come in tutti gli sport di vertice, questa non è soltanto passione’’. Non è meno severo il giudizio su quanto è accaduto a Poznan da parte di Guglielmo Guerrini, marito e tecnico personale di Sefi. ‘’Abbiamo trovato in finale – racconta – un campo gara pieno di alghe libere nelle corsie. Un gruppo di atlete, compresa Sefi, le ha prese sotto la barca e si è piantato. Ovviamente fine dei giochi. D’altra parte basta guardare i tempi: ha vinto l’ucraina Inna Osypenko Radomska, che non era certo tra le favorite, in 1’50’’461, mentre Wagner, Hengel e Josefa sono state molto più lente dei loro tempi abituali’’. ‘’Il problema delle alghe – prosegue Guerrini – era stato segnalato già nei giorni scorsi e gli organizzatori avevano assicurato che avrebbero provveduto. Evidentemente non l’hanno fatto. Tanto per fare un esempio delle differenze di organizzazione, a Pechino, dove c’era un rischio simile hanno messo in azione i sommozzatori e centinaia di addetti’’.

‘’Siamo molto arrabbiati – conclude il marito di Sefi Idem – lavori per tutto un anno e alla fine devi essere messo nella possibilità di raccogliere, di giocarti le tue carte alla pari. Qui non puoi. Una grandissima delusione, senza contare quanto può incidere una cosa del genere sulla struttura mentale anche per il lavoro del prossimo anno. Bisogna essere forti, coscienti e Josefa è ancora qui’’. Tanto e vero che, dopo una breve vacanza, sarà dal 17 al 19 settembre sul lago di Bomba, dove lo scorso anno ha conquistato l’oro ai Giochi del Mediterraneo, per i campionati italiani. Solidale con l’azzurra il presidente della federcanoa Luciano Buonfiglio: ‘’io sostengo sempre – ricorda – che, per quello che rappresenta per la canoa italiana, per quella internazionale e per tutto lo sport, Sefi meriterebbe una medaglia ogni volta che entra in barca. E se non ci fosse stata questa assurda situazione se la sarebbe andata a prendere’’.

La spedizione azzurra ai Mondiali della velocità a Poznan torna così in Italia con una sola medaglia, il bronzo conquistato ieri da Maximilian Benassi sulla lunga distanza del K1 5000. Nelle quattro giornate sul lago Malta che ha ospitato la rassegna iridata le buone prestazioni e le indicazioni positive non sono mancate, ma per imprevisti esterni (come quello che ha danneggiato la Idem e in parte ieri anche Benassi e il K4 1000 uomini) non sono poi riuscite a concretizzarsi in risultati più brillanti’’.

‘’Siamo venuti qui – ricorda il dt azzurro Gianni Mazzoni per una verifica del nostro livello soprattutto in prospettiva delle qualificazioni olimpiche del prossimo anno. Due barche, il K1 di Maximilian Benassi e il K4 di Andrea Facchin, Samuel Pierotti, Alberto Ricchetti e Antonio Scaduto, a oggi rientrano nei criteri di ammissione. Per ldem, evidentemente la gara di oggi non può dare indicazioni, ma voglio sottolineare che le alghe hanno danneggiato anche il K4 e Benassi, il quale, in compenso ha fatto una grande prova sui 5000 metri. Senza esaminare tutti i risultati, vorrei spendere qualche parola per il K2 1000 con Matteo Galligani e Albino Battelli che qui dovevano fare esperienza e tutto sommato hanno disputato buone gare e per Paolo Buccione nella canadese. Era alla prima uscita tra i senior e giorno per giorno è andato migliorando. Quanto al settore femminile dovremo studiare una valutazione a mente fredda. Prima di Pechino sembravamo in ritardo, poi siamo arrivati tutti. Certo, serve un anno di lavoro intensissimo e di collaborazione vivace tra staff tecnico federale e realtà societarie’’.

‘’Non contento dei risultati di Poznan, ma soddisfatto dell’annata complessiva della velocità, ricordando under 23 e junior’’, il presidente Buonfiglio. ‘’Nei bilanci – spiega – bisogna sempre confrontarsi con il passato. L’anno scorso a Dartmouth, oltre a Sefi Idem che ha vinto il bronzo, abbiamo portato in finale soltanto Michele Zerial nei 200 metri che all’epoca non erano ancora distanza olimpica. Qui a Poznan puntavamo alle finali con i K1 e i K4, uomini e donne. Un obiettivo che quindi abbiamo raggiunto al 75%. Certo, dopo le semifinali e visti i risultati, potevamo sperare in qualcosa di più. E teniamo anche conto che sui 200 Zerial ha mancato la finale del K1 per 12 centesimi’’. ‘’Comunque – conclude Buonfiglio – ai mondiali di Duisburg, prima di Pechino non avevamo in finale nessuna barca e ai Giochi ci siamo arrivati e anche con soddisfazione. Ora ho già chiesto ai tecnici della velocità, come farò con quelli dello slalom dopo i mondiali di Tacen di sottoporre al consiglio un piano di lavoro per il prossimo anno, che tenga conto di quanto realizzato finora sia tra i senior, sia tra gli under 23 e gli junior e del necessario coinvolgimento delle forze societarie’’.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.