Con Maestri e Nones inizia LetterAltura
Nell’ambito del festival LetterAltura, giovedì 24 giugno gli
organizzatori hanno incontrato Cesare Maestri, il Ragno delle
Dolomiti, tra i maggiori alpinisti italiani di sempre. Il
forte scalatore trentino, che nel corso della sua lunga carriera ha
salito più di 3500 vie, tutte da primo di cordata, si è presentato al
pubblico di Verbania con un volto inedito.
Guidato
dal giornalista Alberto Papuzzi e accompagnato in questa
microcordata letteraria dal compagno di sempre, Alberto Baldessari, Cesare
Maestri ha raccontato la sua vita alpinistica, dai primi passaggi in Paganella
alle impossibili verticali patagoniche, senza risparmiare alcuni piacevoli
aneddoti, spunti polemici e una serie divertenti battute…. si è ben
capito perchè da giovane, prima di incontrare la montagna, avesse rischiato di
intraprendere una carriera come attore.
Mi sono allenato moltissimo ha raccontato l’alpinista
perchè nelle innumerevoli uscite in solitaria non utilizzavo mai
alcuna corda. Semplicemente salivo e scendevo lungo la medesima via: a me
veniva naturale arrampicare in discesa. Cesare Maestri ha salutato
LetterAltura sottolineando: alla mia corda c’è sempre stato
attaccato il mondo, perchè ho praticato l’alpinismo da solo, ma non ho mai
vissuto in solitudine, lontano dalla società.
Venerdì 25, nuovo appuntamento alpinistico a LetterAltura, sempre con un
trentino, il giovane
Walter Nones. Nativo della Valle di Cembra e oggi residente in
Val Gardena – carabiniere e istruttore d’alpinismo – Walter Nones è stato
letteralmente sbattuto in prima pagina nell’estate del 2008, quando il suo
compagno di spedizione, Karl Unterchircher, perse la vita lungo il versante
Rakhiot del Nanga Parbat.
Questa tragedia mi ha toccato molto sotto il punto di vista
umano, perché ho perso un amico e perché il valore della vita è stato
superato dal valore di un volo in elicottero. Si, proprio così: quando ci hanno
riportati al campo base, dopo 11 giorni trascorsi in parete, la prima cosa
che ci hanno chiesto è stato chi avrebbe pagato i 48000 $ del soccorso e non
come fosse andata o come avesse perso la vita Karl.
Chiusa la parentesi sulla spedizione agli 8125 metri della montagna
pakistana, cui prese parte anche Simon Kehrer e che possiamo dire si sia
conclusa con la pubblicazione del libro E’ la montagna che chiama
in cui i due superstiti raccontano nei dettagli la vicenda, Nones è tornato
sulle motivazioni che lo portano ad avventurarsi sulle montagne del mondo.
Sin da bambino ho voluto salire sulle vette per vedere cosa si vedesse
oltre le cime e così, dalla catena del Lagorai ho visto le tre Pale di San
Martino e poi, dalla sommità di queste ultime, altre montagne e cose da
scoprire…. ancor oggi continuo ad andare lassù, per conoscere, visitare,
entrare in contatto con nuovi mondi.
Walter Nones si è congedato dal pubblico di LetterAltura condividendo un
suo sogno: mi piacerebbe poter dormire in una tenda in vetta ad un 8.000,
per poter guardare il tramonto e l’alba da lassù. So’ che si tratta di un
sogno, perché a quella quota è molto difficile e rischioso sostare, ma
credo che nella vita sia importante aprire il cassetto dei desideri e
cercare di trasformarli in realtà.
Di Luca Lorenzini www.letteraltura.it