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Cala Cimenti in vetta all’Ama Dablam


Carlalberto Cala Cimenti, alpinista, scialpinista e skyrunner di
Pragelato, è riuscito a salire l’Ama
Dablam, vetta nepalese di 6856 metri, una montagna definita anche il
Cervino dell’Himalaya per le sue forme. Questo il commento tratto dal suo sito http://cmenblogexper…

Era un sogno, quasi non ci credevo neanch’io nel pensarlo,
ma sapevo che se fosse stato, sarebbe dovuto essere così. Leggero, pulito,
veloce (o quasi…). Insomma una salita perfetta, di quelle da ricordare per
tutta la vita.La perfezione purtroppo non c’e’ stata, però e’ sicuro che me la ricorderò per
tutta la vita! La montagna e’ bellissima, e anche quando smetti di ammirarla da
lontano e inizi a salirci sopra, non perde il suo fascino. Tratti tecnici,
creste aeree, muri di ghiaccio, seracchi da superare, e poi roccia e poi
ghiaccio, a volte un po’ di neve. E poi quella cima che non arriva mai, e ti
chiedi dove sarà, forse dopo questo tratto la vedo, ma non la vedi
mai. Fino all’ultimo. Quando arriva però la gioia esplode infinita, non ci sono
parole, solo lacrime e urla rivolte a quel cielo così blu che quando togli gli
occhiali per vedere tutto dal vero, fa male.

Un po’ di dati tecnici: per arrivare dal campo base in cima ho impiegato 13h40′.
Pensavo di mettercene di meno, ma la via l’ho trovata più impegnativa del
previsto, e non tutte le corde fisse erano utilizzabili, molte sommerse nella
neve o intrappolate nel ghiaccio e dovevi fare molta fatica per disseppellirle.
Inoltre dai 6400 metri in su mi e’ sembrato di fare una fatica bestiale e di
non andare avanti. Forse non ero ancora acclimatato per quelle altezze… .Sono
stati molti i momenti in cui ho pensato di girare i tacchi, ma meno male che ho
la testa dura… .

La via che ho percorso e’ la via normale, la cresta sud-ovest che e’ lunga
circa 19 km calcolati col gps. Sono partito alle 00:35 del 2 giugno, sono
arrivato in cima alle 14:15 e sono arrivato di nuovo al campo base alle 3:30
del 3 giugno. Il rientro e’ stato molto difficoltoso, sia per la stanchezza,
sia per l’orientamento che ho perso per ben due volte nella notte e avvolto
dalla nebbia. Cosa che mi ha fatto perdere almeno tre ore e sprecare tanta
energia.

Penso che per oggi possa bastare. Ringrazio tutti coloro che mi sono stati
vicino e in qualche modo mi hanno aiutato a raggiungere la cima.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.